Prometeo da Lisandria
Nato da una famiglia poverissima, rimase orfano da ragazzino. Poté studiare grazie al patrocinio di un Maestro de
La Spina che, in seguito a un incontro fortuito, lo prese sotto la sua ala. Dopo la morte del suo mentore, si unì alla corte venale nel Caduceo del 1260, servendo all'epoca dell'epilogo della guerra
Ashai, dell'ascesa degli
Avvizziti e della rivolta contro di essi, culminata con la morte del Re. I suoi ultimi mesi da delegato non furono più tranquilli, vedendolo coinvolto in pieno, come Maestro dell'Arte e Mago di Corte di
Alarico D'Urso, nella contesa per la successione ad
Aureliano dei Gastaldi, che gli costò per due volte la prigionia in terra straniera.
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Ritratto di Prometeo da Lisandria |
Venalia
Uomo della Sabbia
Mago della Spina
Famiglia Nobiliare
Plebeo, cittadino di Lisandria.
Dicono di lui
All'inizio del 1262, durante la guerra di successione ad Aureliano dei Gastaldi, fu fatto prigioniero dai
Valniani e detenuto per un mese. Quando riapparve in pubblico, appena scarcerato, il suo comportamento destò gran sorpresa tra i presenti: sragionava e si agitava, quasi come un indemoniato, finché non gli fu portato da bere, sembra, del vino. Strano, considerando che il vescovo che lo aveva in custodia lo trattò certamente come un ospite di riguardo, e in alcuni nacque il sospetto che potesse soffrire di qualche misteriosa turba della mente.
[1]
- ^ sostiene Aldrico da Bosco Alto, artefice valniano